Conoscere il piano sportivo e finanziario di Dan Șucu e poterlo raccontare in esclusiva é il sogno proibito di tutti i giornalisti che scrivono di Genoa, incluso il sottoscritto che si sta ancora mordendo le dita per essersi ingenuamente perso lo scoop 2024.
Sì, perché un amico ed al tempo stesso mia fonte attendibilissima, nel contesto di una informale conversazione, l’8 novembre mi disse chiaramente: “che io sappia i dirigenti del Genoa ora sono a Bucarest”. Neanche feci caso a quella frase tra le tante, eppure dopo anni in questo mondo pallonaro dovrei ricordare sempre che le persone davvero informate non si sbottonano mai e si dilettano a passarti delle chicche “mascherate”, che se non sei davvero attento e pieno di fantasia sei destinato a non cogliere.
Come è banalmente accaduto in quel frangente al sottoscritto.
Ma anche se avessi intuito qualcosa, non avrei avuto in realtà molto materiale a disposizione per scrivere qualcosa di sensato, se non limitarmi a pubblicare un banale post su Facebook con la sola foto della bandiera rumena (senza contenuti testuali di sostanza), tra il subliminale e lo sciocco.
Di certo, avere prontamente interpretato il messaggio sibillino contenuto nell’ordine del giorno della convocazione assembleare del Genoa, con riferimento all’aumento di capitale con esplicitazione dell’articolo di legge sulla possibile rinuncia alla prelazione della società controllante del gruppo 777, mi ha permesso di scrivere in tempi non sospetti che da lì a poco il Genoa avrebbe avuto un nuovo azionista di maggioranza.
Quasi profetico.
Dal giorno della ribalta di Dan Șucu a Genova ho percorso ogni sentiero possibile che potesse condurmi a comprendere la sostanza del suo progetto.
Una persona a me cara ed a lui vicina mi ha rasserenato subito scrivendomi della serietà di Mister Dan, ed é già molto.
Le riflessioni successive in solitaria mi hanno portato a dedurre in maniera elementare che se sei proprietario del Rapid București e hai anche 40 milioni disponibili da iniettare dall’oggi al domani nel Genoa, i casi sono sicuramente solo due:
1) il Rapid vince il campionato rumeno tutti gli anni… ma così non è
2) non sei un pazzo che sta saltando nel buio perché hai le idee ben chiare.
E questo punto due mi porta a pensare che non sarà imprenditorialmente solo in questo business italiano, perché anche i muri sanno bene che per funzionare decentemente necessita di soldi a palate.
Suçu ha chiaramente spiegato la sua intenzione di creare un asse Genoa-Rapid e di avere in cantiere un progetto multiclub.
Recentemente gli indicatori puntano sulla sua coerente quanto primaria volontà di stabilizzare l’investimento Genoa dal punto di vista finanziario e sportivo.
Poi, puntare all’acquisizione un terzo club.
E qui posso scrivere che se per alcuni giornalisti sportivi rumeni che ho contattato in questi giorni l’indiscrezione che circola è un suo interesse per le quote del club Metalul Buzău, dopo le opportune ricerche io invece credo fermamente che stia puntando un club in un altro continente.
Tanto è vero che i suoi buoni rapporti coi mercati orientali hanno portato il Rapid in ritiro a Dubai fino a pochi giorni fa per disputare amichevoli contro una squadra locale, l’Ulsan, pluricampione in Corea del Sud e lo Shangai Port neo campione in Cina.
E le prossime notizie che leggerete qui, statene certi, saranno ancor più ghiotte.
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