“Ognuno è ciò che è sempre stato“
Sono sul treno verso Roma, e tra un sonnellino e un caffè ripenso a come sarà divertente coprirmi il collo con la mia calda sciarpa rossoblù mentre cammino sul litorale romano, splendido di questo periodo.
Ah, che vittoria quella di ieri, seguita in 3 modalità: radio, web, commenti dei compagni di redazione.
I lavori in casa non hanno pietà ed anche questa settimana il Genoa lo si vive in maniera diversa, ma con lo stesso entusiasmo. E non a caso utilizzo a parola “entusiasmo”, quell’emozione che volava altissimo ad agosto, che è calata drasticamente una partita alla volta, e sappiamo tutti i vari perchè.
Ma intanto una situazione sta rientrando nell’ordinario, quella sportiva: questi 4 punti sono acqua fresca per una classifica assetata, ma diciamoci la verità, è il gioco ad essere cambiato radicalmente.
I giocatori spingono, si propongono, vanno al tiro, arrivano sul fondo dopo aver provato il dribbling, non hanno paura.Attenzione, non voglio dare addosso a chi sedeva prima in panchina (anche se dal mio post sull’esonero avete capito che non lo apprezzavo) ma è bastato far fare ai giocatori i loro ruoli, e mettere in campo una formazione più congeniale all’organico per notare già miglioramenti.
L’Udinese era in 10 dall’inizio, è vero, ma sono sicuro che senza un cambio di marcia non avremmo vinto ieri.Ho ancora negli occhi un Genoa-Lazio dove nel secondo tempo ci siamo ritrovati a difendere uno 0-1.
Non siamo una squadra da scudetto, ma nemmeno quella cosa brutta che stava venendo fuori tra ottobre e novembre, che portava punti con la forza dei nervi e qualche palla lunga.
Vi lascio con una considerazione o una teoria del complotto:
Aveva mezza squadra fuori?Verissimo.Ma come mai con il cambio in panchina sono rientrati praticamente tutti?
“A pensar male si fa peccato..” diceva l’Andreotti.
Ora basta con il passato, godiamoci il futuro e prendiamo il Toro per le corna!
E soprattutto questa settimana di ferie da foresto!
#Mark
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