UN DERBY TRAGICOMICO

della nostra lettrice Ilaria Capurro


“Partendo dal fatto che io mi sento male a vederli.Da sempre.

Anche quando ero ragazzetta ed entravo in Nord e li vedevo li.

Troppi colori brutti mezzi assieme danno fastidio agli occhi.
Mi davano fastidio.
Mi danno fastidio. 

Figuratevi ieri che li ho visti dai distinti nella gradinata dove negli ultimi anni vado io. 

La birra (calda. Dai raga ma come si fa) in mano e via.
Si comincia. 

Segnamo al nono minuto.
È incredibile. 

Esultiamo, siamo felici. 

Andrà tutto bene ragazzi andrà tutto bene.

Ma gli “ANDRÀ TUTTO BENE!!” sappiamo come finiscono no?

È uno scontro tra 2 squadre scarse non ce la raccontiamo.
Ma quella sulla carta più scarsa da di più.
Noi ci chiudiamo. 

Il secondo tempo quasi non passi la metà campo. Rinunci a giocare.


Hai le budella che ti si contorcono e non è solo colpa degli gnocchi cinesi mangiati 2 ore prima. 

Al 83 esimo segnano loro e dentro noi Genoani lo sappiamo già come finirà. 

Si arriva ai rigori.

I RIGORI CAPITE? 

In un derby. 

Ma che brutte persone eravamo nella vita precedente? 

Le nostre coronarie non se lo meritavano. 

Guardi i tuoi compagni di stadio e dici: “Sono stanca capo” – cit. 

Il primo lo sbagliamo. 

E mi ringalluzzisco perché son sempre convinta che chi sbaglia il primo poi incredibilmente vince.
E infatti sbagliano anche loro e si va ad oltranza. 

Ma ovviamente sei Genoano e vuoi anche vincere?
E allora sbagliamo noi e loro no.

E finisce così.

Che esci dallo stadio cristonando.


E poi la parte più brutta della serata, quando vedi tanti fuori in tenuta da sacconamenti (e li avevi visti pronti da ben prima dei rigori), e per la prima volta in un derby non ti senti di andare a berti una birretta post partita, magari anche a fartela menare dagli amici doriani.
No, te ne vai a casa perché l’aria che tira è brutta e non ti senti tranquilla e forse quello che ti fa più tristezza è che non hai portato tuo figlio allo stadio perché lo sapevi che l’aria sarebbe stata questa, e non volevi che vivesse la partita così.


Ti fai la scalinata che ti porta a Manin e sputi il solito polmone.

Arrivi a casa, ti scoppia la testa.

Tuo marito (multicolor) non ti dice niente sta guardando primocanale per monitorare la situazione (e perché io non la meno perché odio quando lo fanno con me e lui lo sa. Gli equilibri di un matrimonio son delicati ragazzi).

Vai in camera dei bambini, dormono.

Tu sorridi.

Nonostante tutto sono entrambi Genoani. 

Due su due.

Perché va così da sempre.
Nonostante tutto.


Com’è bello essere Genoani.”

ILARIA CAPURRO

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