Chi l’ha (più) visto?

Da domenica sera naturalmente, oltre a continuare a parlare di Albert, la notizia clou è il prossimo derby del 25 settembre. Ed allora vediamo chi ha calcato il prato del Ferraris durante la Stracittadina, e questa volta abbiamo giocatori che, seppur per poco, hanno lasciato il segno nella memoria e nel cuore dei tifosi.

Vincenzo D’Isanto viene acquistato nel 98 ed esordisce in serie B con in maglia rossoblù nella partita casalinga contro il Vicenza il 5 settembre 1999, e dopo una breve esperienza in prestito alla Viterbese in serie C1, conclude l’esperienza rossoblù con 35 presenze e tre gol, segnando anche l’inutile gol del 2-1 nel derby esterno perso contro la Sampdoria del 15 novembre 2002, che supera il portiere Turci con una conclusione da fuori area.

Proseguirà la carriera in varie squadre in C1/Lega Pro, prima di tornare in Liguria in team di Eccellenza.

Marciano Carlos Alberto Vink inizò la carriera professionistica nel 1988, a 18 anni, giocando per l’Ajax. Con i Lancieri esordì nelle coppe il 5 ottobre 1988 contro lo Sporting Lisbona. Con l’Ajax ha vinto una Eredivisie, una Coppa dei Paesi Bassi, una Johan Cruijff Schaal e una Coppa UEFA.

Nel 93 sbarca a Genova per 9.5 miliardi di lire, il suo score finale fu di 13 presenze e 2 reti, di cui una nel derby e tutti sappiamo quanto fu bella quella rete dopo uno slalom in solitaria tra i giocatori della Samp.

A fine stagione tornò nei Paesi Bassi, nel PSV, dove rimase per 5 anni ma che calcò poco il campo in seguito a numerosi infortuni, tra cui uno subito da Figo durante una partita di Champions contro il Barcellona. Alla fine del contratto il PSV lo lasciò svincolato, e lui provò a rilanciarsi al ADO Den Haag ma non ebbe fortuna, e dopo un tentativo con una squadra sudafricana si ritirò definitivamente nel 2002.

Tutti i Genoani vogliono bene e ricordano questo giocatore con affetto, nonostante sia rimasto con noi solo una stagione: Kazuyoshi Miura.

Nel 1982 a 15 anni parte da solo per il Brasile, dove trascorrerà i primi anni della sua carriera, prima di tornare in Giappone nel 1990 e dopo 4 anni si trasferirà al Genoa, complice una collaborazione con degli sponsor giapponesi che versarono dei soldi nelle casse rossoblu ad ogni presenza del giocatore, che furono 21 condite da un’unica rete, quella contro la Samp nel derby perso poi 3-2. Da segnalare l’infortunio che subì contro Baresi, il quale gli provocò una grave frattura al volto, ma che non impedì al nipponico di continuare fino alla fine del primo tempo.

Dopo l’addio al Genoa proseguì la carriera in patria, dove oltre a numerosi premi e riconoscimenti ottenne la prima storica qualificazione del Giappone al Mondiale(1998). Continua a giocare nel paese del Sol Levante fino al 2023(Oltre ad una piccola parentesi in Australia, al Sidney), prima di approdare nella seconda serie portoghese all’Oliveirense(In prestito, complice la medesima proprietà del club nipponico cedente e del club portoghese). Tuttora in attività a 57 anni è passato all’Atletico Suzuka, nella quarta serie giapponese.

Stabilisce diversi record dovuti alla prolungata carriera, ma il più iconico è quello che fa di lui l’unico giocatore nella storia ad aver giocato in 5 decenni diversi:1980/90/00/10/20. è da prendere esempio per la devozione e l’amore con cui continua a calcare i campi da calcio, pura passione e tenacia giapponese.

Prossima ricerca tutta nostrana, tre nomi italiani con un passato assai poco memorabile nel Genoa.

Alla prossima ricerca!

#Mark

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