LASCIARE UN SEGNO.
NEL BENE E NEL MALE.
LUIGI “GIGI” SIMONI
L’ allenatore della mia infanzia.
Ottimo allenatore, uomo competente e persona dall’indiscutibile spessore umano.
“Grazie ancora Gigi” come recitava una scritta in polistirolo attaccata alle griglie della vecchia Nord.
FRANCESCO “FRANCO” SCOGLIO.
Probabilmente l’ allenatore più importante della storia moderna del Genoa.
In un momento in cui noi eravamo al buio e gli altri al sole, lui riuscì ad alimentare e tenere altissimo il valore e l’ essenza della Genoanita’.
Amava Genova e il Genoa.
“Io odio la Sampdoria e non perderò mai occasione per ribadirlo”.
Unico e per sempre.
OSVALDO BAGNOLI
Grande allenatore e uomo schivo.
Con lui il Genoa toccò il massimo traguardo sportivo con la semifinale di Uefa.
Attaccò la Nord a difesa dei suoi ragazzi e di Bortolazzi fischiato oltremisura durante un celeberrimo Genoa Roma di Coppa Italia.
Da lì in poi la camminata trionfale.
Spinelli non rinforzo’ quello squadrone.
E lui se ne andò tra il giusto desiderio di allenare una ” grande” e una discutibile scusa legata a problemi familiari.
BRUNO GIORGI
Un signore del calcio.
Non sarà ricordato come un grande allenatore del Genoa.
Ma uomo dall’immensa dignità.
Presento’ le proprie dimissioni rinunciando così al compenso che gli sarebbe spettato.
LUIGI MAIFREDI
Il classico allenatore dei tifosi.
Di lui ricordo la consueta e fasulla corsa sotto la Nord roteando la sciarpa rosso blu sopra la testa.
Penoso.
CLAUDIO MASELLI
Un Genoano alla guida del Genoa.
Uomo serissimo, educato, civile.
Salvò una prima volta il Genoa.
Ma non ci riusci qualche anno dopo nell’atroce spareggio a Firenze contro il Padova.
ATTILIO PEROTTI
I buoni risultati da allenatore delle giovanili lo portarono alla guida della prima squadra.
Sfiorò la promozione due volte.
Prima perdendola sul neutro di Lecce contro il Taranto.
E poi, una decina d’ anni dopo, arrivando quinto a un punto dal quarto posto.
GIUSEPPE “BEPI” PILLON.
Balzò agli onori delle cronache dopo aver portato il Treviso dai dilettanti fino alla serie B.
Si diceva un gran bene di lui.
Invece fu una delusione totale.
DELIO ROSSI
Sembrava potesse essere l’uomo della svolta.
Invece deluse e venne esonerato
CLAUDIO ONOFRI
Grande Genoano e persona molto competente.
Ma anche troppo passionale per allenare il Genoa in un momento di totale e assoluta confusione societaria.
TORRENTE/LAVEZZINI
Soluzione interna, disperata.
Il grande Vincenzo, con il Genoa nel cuore, non riuscì a salvare la squadra.
Fu l’anno della mitica Genoa Cosenza, la partita dell’ orgoglio rossoblu.
Dell’esordio di Mimmo Criscito.
Del ripescaggio in serie B.
Dell’inizio dell’ era Preziosi.
SERSE COSMI
Preziosi gli affidò la squadra più forte mai scesa in cadetteria fino ad allora ( la Juve retrocedette da lì a poco), più forte persino della Fiorentina di Batistuta.
Un campionato da vincere a mani basse e che invece segnò la pagina più nera della storia del Genoa.
Preziosi, anni dopo, disse:
” dovevo esonerare Cosmi alla fine del girone d’ andata”
Mai scelta sarebbe stata più opportuna anche se impopolare.
Detto tutto.
GIOVANNI VAVASSORI.
Parti in serie C fu esonerato e, fortunatamente, richiamato.
Riuscì a riportare il Genoa in B dopo un campionato estenuante e lo spareggio con la Salernitana.
GIAN PIERO GASPERINI
Il più grande allenatore della storia moderna del Genoa.
Gioco mai visto prima, identità e risultati.
E’ l’ immortale merito di aver cambiato la mentalità a tutto il popolo Genoano.
Il Genoa non era più una provinciale, anche di lusso come si suol dire, ma una realtà vera e concreta del calcio Itsliano.
Era il piccolo Barcellona.
Un sogno che sembrava avverarsi.
Ma non avevamo ancora fatto i conti con qualcun altro.
DAVIDE BALLARDINI
Non era facile subentrare ad un “mostro sacro”.
Lui ci riuscì e continua a riuscirci.
Col suo calcio meno spettacolare ma obbligatoriamente più pragmatico.
E non certo per colpa sua.
Un signore del calcio.
ALBERTO MALESANI
Dopo un lungo tira e molla tra mezze conferme e smentite arrivò sulla panchina del Genoa.
Personaggio più simpatico e bizzarro che allenatore di calcio.
Ormai neanche più un lontano parente dai tempi gloriosi di Parma.
PASQUALE MARINO
Era considerato il profeta del bel gioco, propositivo.
E, almeno due partite, le ricordo bene e con piacere una sicuramente contro l’Udinese e l’altra, se non sbaglio, contro la Lazio.
Troppo poco, i risultati gli furono contro e fu esonerato dopo la sconfitta per 5 a 4 a Milano contro l’Inter.
LUIGI DE CANIO
Persone umile dai modi garbati e urbani.
Sempre gentile, disponibile, educato.
A lui più che l’onore mancò la fortuna.
LUIGI DEL NERI
Veniva con un curriculum positivo.
Preziosi ne esaltò il suo ingaggio.
Si rivelò tutt”altro.
Pessimo.
FABIO LIVERANI
Portava con sé i buoni risultati nel settore giovanile.
Che però non confermò alla guida della prima squadra.
Vinse il derby 3 0.
IVAN JURIC
L’ allievo di Gasperini ne veniva dal miracolo Crotone.
Accolto tra dubbi e tante speranze non fece bene ma non fu neanche minimamente aiutato dalla società come sarebbe dovuto essere per un qualsiasi esordiente.
Esonerato e richiamato più volte sta trovando altrove quel giusto riconoscimento che nel Genoa di Preziosi è estremamente difficile trovare per chiunque.
CESARE PRANDELLI
Allenatore esperto e dalla grande esposizione mediatica.
Poteva essere l’allenatore giusto ma non fu così.
La sua intervista a fine campionato mise in luce il problema della mancanza di ricerca di quelle caratteristiche tecniche dei giocatori necessarie per formare la squadra.
AURELIO ANDREAZZOLI
Un galantuomo.
Non riuscì a ripetere il bel gioco offerto dal suo Empoli l’anno precedente.
La società, al solito, non costrui una rosa in base al suo modulo preferito.
E lui naufragò insieme alla squadra.
THIAGO MOTTA
Un ottimo gioco offerto nelle giovanili del PSG.
Grande carisma per un calcio ambizioso sicuramente troppo per quella classifica.
E per Preziosi.
Punito da episodi negativi ed errori macroscopici dei singoli giocatori.
DAVIDE ” DIDI” NICOLA.
Grinta, generosità e cuore.
Proprio come quando giocava e risultava sempre tra i migliori.
Un buon allenatore ma soprattutto un uomo immenso.
Che con la peggior tragedia che un padre possa vivere, con quel suo giro d’ Italia in bici, con quel gesto a braccia alzate sotto la Nord, ci ha fatto commuovere tutti.
In bocca al lupo Didi.
ROLANDO MARAN
Arrivato qui come terza scelta nonostante fosse stato l’ autore del miracolo Chievo e nonostante il bel calcio offerto al Cagliari prima che gli scoppiasse lo spogliatoio.
Tradito dal covid e da numerosi infortuni che vanno oltre ai suoi inevitabili demeriti.
E colpito come tutti, come sempre, dal “fuoco amico”.
Solo per la maglia.
Solo per la bandiera del Genoa.
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