Una sconfitta che fa male

Juric e la sua truppa ce l’avevano quasi fatta. Per 87 minuti il Genoa aveva contenuto gli attacchi dell’11 di Spalletti e si era anche fatto vedere in avanti.

Sicuramente la migliore prestazione fin qui.

Poi dal minuto 87 è successo di tutto. Disattenzioni e malasorte ci condannano nei bassifondi della classifica.

Appunto all’87’, su calcio d’angolo, Rigoni perde D’Ambrosio che si appoggia su Omeonga, Perin forse potrebbe uscire e non lo fa.. e tutti guardano questa palla a rallentatore che si insacca inesorabile.

Un susseguirsi di errori più o meno piccoli che beffano giocatori e tifosi.

In redazione abbiamo differenti punti di vista sulle prestazioni o sulla reale utilità alla causa di alcuni giocatori. Come è normale che sia quando non hai una rosa di fenomeni. Ma siamo tutti concordi sul fatto che oggi si esca seppur sconfitti a testa alta. Non nascondiamoci dietro ad un dito, ne chi scrive ne chi legge: quasi tutti pensavamo, oggi, di prenderne 4.

La sfiga, nel resoconto domenicale ci racconta di Veloso e Laxalt che lasciano il campo anzitempo e di due rossi sventolati a Omeonga e Taarabt (incomprensibile la seconda espulsione). Quindi domenica, oltre il lungodegente Lapadula ne mancheranno al minimo 2. E i due espulsi sono stati i migliori a Milano.

E sfiga o no, se neppure domenica si vince, saranno lacrime e sangue. Il campionato è lungo, pare proprio che il Genoa visto oggi sia sulla buona strada.. ma questa strada, altre, l’hanno già  imboccata prima di noi.  Grazie al cielo Benevento ed Hellas ci danno delle soddisfazioni. Ma ne manca una terza a rallegrarci e da guardare dall’alto. Tutti puntiamo sul Crotone. Ma invece che sperare nei demeriti altrui vorremmo rallegrarci dei meriti nostri. Prima possibile. Prima che sia troppo tardi.

Penn

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