Contro la violenza sulle donne

Il Genoa era allenato da Malesani, il Milan da Allegri.
Io, da anni, ero abbonata in Nord ma quella sera ero nei distinti.
Per una volta avevo cambiato postazione per poter vedere la partita con lui, allora, mio fidanzato, milanista.
Mi ero snaturata, non avevo mai fatto nulla del genere prima.
Però lui aveva insistito, voleva vedere per una volta la partita con me.
Certo non mi sentivo particolarmente a mio agio li, ero abituata al mio gruppone con il quale si scherzava, inveiva, cantava, sclerava e sfogava.
Però a lui questo lato di me, non piaceva.
E comunque dai, per una volta dovevo accontentarlo.
Anche se, in effetti, anche quando provavo ad andargli incontro in quello che voleva lui, non andava mai bene.
Anzi, più andavamo avanti più ogni cosa che facevo o dicevo era sbagliata.
Quella sera, infatti, era andata sempre peggio.
Tutto era cambiato quando gli ho detto: “Vedi dove c’è la ringhiera con i tamburi verso destra? Io sono sempre li, il mio gruppo è li! Riesco anche a vederli!”.
In quel momento gli son cambiati gli occhi.
E quando gli cambiavano gli occhi non era mai una buona cosa.

“Se ti mancano così tanto i tuoi amichetti puoi anche andare da loro, visto che sicuramente preferisci loro a me!”

Avevo cercato di rassicurarlo, ma niente.
Siamo stati praticamente in silenzio tutto il tempo.
Neanche il gol di Ibrahimovic prima e quello di Nocerino poi lo avevano fatto sorridere.
Era finita 0 – 2 per loro ma di quella partita non ricordo nulla, se non quello sguardo, quel silenzio e la Nord che cantava.
Io volevo solo capire perché quell’arrabbiatura? Cosa avevo detto di male?

La sera, a casa mia, ovviamente mi ha detto cose che non mi va di starvi a ripetere, ma il succo era sempre quello: ero troppo libertina.
Troppo maschiaccio, guarda come andavo vestita allo stadio: Jeans e felpa del Genoa.
E poi urlavo, cantavo i cori e dicevo pure delle parolacce.
E guarda come mi comportavo: avevo troppi amici , tanti maschi per assurdo, ed ero pure troppo simpatica con loro.
Ma poi come potevo preferire il mio gruppo, la Nord e il Genoa a lui?
Che razza di femmina ero?
Non valevo niente.
Se ne era poi andato nel cuore della notte, tirando un pugno e un calcio alla porta del bagno, punendomi successivamente con 2 giorni di silenzio.
Sparito. Probabilmente nel letto di un’altra.
Per poi tornare come se nulla fosse stato.
Ero io esagerata, era un litigio normale. E poi ero stata io a farlo arrabbiare. Era colpa mia!!!Lui cosa ne poteva?

La cosa figa di tutto ciò però, è che quella è stata l’ultima volta che gli ho permesso di trattarmi così.

Mi piace pensare, da una parte, che sia stato il Genoa a salvarmi.
Perché ha provato a toccarmi il Grifo e questo per un Genoano è inaccettabile.
Ma probabilmente sono stata solo fortunata ad avere una rete familiare e di amicizie che non mi ha mai mollata e mi ha aperto gli occhi a forza.
Fatto sta che da quella volta ho chiuso, una volta per tutte, quella relazione.
Non ho più ceduto, nonostante le sue chiamate continue, una di seguito all’altra, ad ogni ora del giorno e della notte. Per giorni e giorni.
O i suoi messaggi che arrivavano, uno dietro l’altro, con suppliche. E minacce.
O il suo piazzarsi di notte, a sorpresa, dentro al mio palazzo al mio rientro.

Ad un certo punto ha smesso…quando, al posto di trovare me sotto casa, ha trovato dei membri della mia famiglia ad aspettarlo. Li è andato via subito. Chissà perché.

Scrivo queste righe per la ricorrenza odierna .
E anche per dire a chi ci legge: se avete vicino qualcuno che vi fa provare queste sensazioni orribili, qualcuno che vi fa sentire sbagliati per cose che di sbagliato non hanno niente.
E che soprattutto vi fa sentire in pericolo:
Andatevene.
Chiudetela.
Pensate che cambierà?
Si certo.
In peggio.
Andrà sempre peggio.

Ci ho messo tanto a liberarmi da certe cose che mi aveva messo in testa. A ritrovare me stessa e a capire che quello sbagliato era lui.
E ci ho messo tanto a fidarmi di nuovo di qualcuno.
Poi è arrivato lui, il mio Multicolor preferito.
Che non ama i colori che ho tatuati sul cuore, ma tutto il resto di me si.
Pure il suo essere chiamato Multicolor qui sopra.
Ed è tutto dire!