Riunione ACG

BLA BLA BLAZQUEZ

con GRINGO

Nutro rispetto per L’AD del Genoa. È sicuramente un ottimo manager, che fa il suo lavoro con passione, e che comunque ha avuto il coraggio di presentarsi in una sala gremita di rappresentanti dei Genoa Club di ogni dove.

Sostanzialmente, questi sono i punti fondamentali:

  • A-Cap non é socio di maggioranza ma abbiamo capito chiaramente che avendoci messo i soldi, decide
  • d’improvviso l’ordine dall’alto per il mercato é stato: VENDERE. Dopodiché non c’era tempo e modo per fare acquisti.
  • a gennaio ci saranno acquisti per non vanificare l’investimento, l’imperativo è salvarsi
  • Spors é fuori, Ottolini é il DS
  • la divisione ‘Calcio’ dei 777 non esiste più
  • il Genoa é in vendita

Per la prima volta, ero presente anche io, nelle vesti di vicepresidente del Genoa Club Futbolmarket Fuerteventura. Ho letto qua e là sul web tentativi di raccontare l’accaduto della serata in modo preciso e dettagliato, ma, a mio avviso, il povero Blazquez ha ripetuto più o meno le stesse cose, più è più volte, condite diversamente ad ogni intervento, ed è molto bravo in questo.

Sta di fatto che la domanda iniziale è stata su chi fossero i proprietari del Genoa. A domanda diretta, risposta diretta. I 777 partners. Se ci fosse stato un cambio di proprietà lo sapremmo tutti.

Peccato che poi, nelle domande successive, i 777 non vengono quasi più menzionati, e Blazquez parla inizialmente di una non meglio precisata controllante, riferendosi, ad esempio, a chi non ha voluto prendere De Gea, o chi ha voluto cedere i giocatori nella sessione estiva, per poi, si vede magari che la stanchezza ha preso il sopravvento, parlare direttamente di A-Cap come di coloro i quali prendono le decisioni.

Ha parlato di 5 obiettivi nel mercato estivo, dei quali solo due sono arrivati (ipotizzo Zanoli e Pinamonti), e che il mercato non può essere condotto in questo modo. Non si può prima vendere e poi comprare. Pare che, grazie anche al suo intervento, finalmente “la controllante” abbia capito come si conduce un mercato, e che a gennaio arriveranno minimo un paio di giocatori, un centrocampista “di nome”, ed un fantasista. Prima si compra e poi, eventualmente si vende. Il riferimento credo che fosse all’affair Dragusin, ceduto solo nel momento in cui in difesa avevamo abbondanza.

È chiaro che la situazione giudiziaria dei 777 partners ha avuto rilevanza negativa sulla gestione del Genoa è di tutto il ramo calcistico.

Ha specificato a più riprese che è interesse condiviso da A-Cap non declassare “l’investimento Genoa”, che mantenere la categoria è un must anche in senso strettamente economico, e che comunque, il ramo calcistico dei 777 non esiste più. Sostanzialmente siamo in amministrazione controllata, in attesa di un comprratore. Non ha escluso che il compratore potrebbe anche essere un socio di maggioranza o di minoranza e che comunque A-Cap ceda solo una parte del Genoa, così come, a sentire lui, avrebbero un accordo coi Friedkin e posseggono ancora parte dell’Everton.
Ha specificato più volte che non rientriamo nei beni “contesi” nella vicenda giudiziaria con Leadenhall e, quindi, siamo vendibili.

Sta di fatto, se non fosse abbastanza chiaro, che il Genoa è in vendita nel breve medio periodo. Questo è quanto.

Ho apprezzato in modo particolare, due interventi, paradossalmente antitetici, ma entrambi, secondo me, degni di menzione.
Il primo è ovviamente il commento di Dario, che, senza mezzi termini, ha detto che se ne devono andare, perché dopo 29000 abbonamenti hanno smantellato la squadra, perché hanno sfasciato, almeno a suo dire, tutto il reparto giovanile, che stavano facendo bene, ma che poi hanno rovinato tutto e che quindi se ne devono andare.

L’altro, diametralmente opposto, è quello di Mattia Epifani, che invece ha invitato alla calma, che questo è il miglior CDA che il Genoa, secondo lui, abbia mai avuto, dove tutto funziona al meglio, con errori, certo, ma comprensibili nell’ottica che tutti commettiamo errori nel nostro lavoro, e che sostanzialmente sono venuti a mancare i soldi. Prosegue, giustamente, dicendo che noi comunque ci saremo sempre, e che abbiamo vissuto momenti ben peggiori.

Direi che questi due interventi riassumono molto bene anche il mio stato d’animo.
Sarò bipolare, non lo so, ma a tratti abbraccio il pensiero di Dario, quel desiderio istintivo di mandare tutti a fanculo, ma poi prevale in me il desiderio di unità dei tifosi. Perché per me, nonostante nella mia vita sul abbia assistito più spesso a spettacoli indegni sul campo, in realtà, come tifoso, la cosa che più ho apprezzato di questa società è aver i tifosi del Genoa, tutti sotto la bandiera del grifone, uniti.
Non facciamo naufragare tutto questo, perché se è vero che il Genoa siamo noi, la cosa più importante non è ciò che accade sul campo, ma quella magia che viviamo ogni domenica sugli spalti!!!
Chi se ne frega se Vitinha non segna, o se Gollini fa una papera… tanto, nel calcio moderno, le speranze di “vincere” qualcosa sono davvero risibili. A sto punto la mia vittoria… siamo noi!!! Continuiamo a riempire il Ferraris come se nulla fosse, perché il Genoa… SIAMO NOI!!!

GRINGO per ⚽️🛒

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