Prima della gara col Verona, che ritengo delicata e importante non posso continuare a tacere il mio punto di vista che é pungente.
Non polemico.
Il titolo di questo pezzo, richiama volutamente le commedie in bianco e nero di Totó.
Partiamo da un presupposto chiave che mi appartiene senza dubbio: Blazquez e Gilardino hanno il mio totale appoggio, la mia indiscussa stima e per loro ho un affettuoso e soddisfacente senso di gratitudine.
La fiducia e l’amore incondizionato li preservo per mia figlia, mia moglie, i miei defunti genitori e per il simbolo Genoa.
Incomincio da inizio febbraio con Blazquez all’ANSA che testualmente riporto:
“Noi abbiamo un progetto e vorrei trovare un accordo con Gilardino per un progetto chiaro per andare avanti insieme. Sappiamo che nella sua evoluzione tattica vorrebbe arrivare a fare un modulo con il 3-4 e con un certo tipo di evoluzione in attacco e noi stiamo provando a costruire una squadra con quello stile di gioco. Penso che se ci accordiamo sul tipo di calciatori, sia quelli da sviluppare che quelli pronti, lui sia competente per essere il nostro tecnico del futuro”. (ANSA).
Questo disse dopo il calciomercato di riparazione, quando la squadra ne uscì rinforzata nonostante l’addio inevitabile a Dragusin.
In estate il Genoa aveva fatto una campagna acquisti che per una neopromossa equivale a un vero e proprio sogno che si avvera.
Direi quindi che dai fatti e dalle dichiarazioni, Blazquez ha un progetto chiarissimo ed accattivante.
Dal canto suo, Gilardino, prima dello scorso match fa una dichiarazione. E per cortesia, non fate i perbenisti, che non ha infranto la sacralità dello spogliatoio e non ha fatto nulla di scandaloso. I panni si lavano in casa propria? Allora non lamentatevi delle solite conferenze stampa e interviste totalmente inutili e di circostanza che fanno solo perdere tempo a chi le ascolta.
Detto ciò il buon Gila, due giorni dopo San Valentino se ne esce con: “Le parole di Blazquez fanno enormemente piacere. Prima della partita di Empoli, a Firenze in ritiro, abbiamo parlato di quale allenatore volessi essere in futuro ma non abbiamo parlato di null’altro”.
Dopo la vittoria contro l’Udinese:
“L’ho detto più volte, la società non mi ha ancora chiamato e non ha chiamato il mio agente. Non ci siamo seduti, per quanto mi riguarda le energie mie e del mio staff sono tutte sul lavorare per migliorare la squadra”
E poi una settimana fa:
“è da un anno e mezzo che parlo con società e direttore sportivo, c’è un rapporto di chiacchiere e parole per quanto riguarda gli aspetti tecnici e di squadra. Ci vediamo e parliamo. In questo momento non c’è ancora un appuntamento fisso, ma io ho dato la mia disponibilità”
E in seguito:
“Un aspetto importante, anche nel momento in cui mi siederò con la società, sarà l’aspetto tecnico: è fondamentale e determinante. Voglio e vorrò capire naturalmente quali saranno gli obiettivi della società in uscita e quali in entrata. Questo è chiaro”
Questa é cronaca.
Vi dico la mia. Che é molto più semplice delle mille congetture fatte:
1) Blazquez sta aspettando di vedere come e quando il Genoa sarà matemáticamente salvo per valutare a tutto tondo il lavoro dei ragazzi e del Mister. I presupposti ci sono tutti. I tempi e i modi sono quelli.
2) Gilardino lo sa, sta bene a Genova anche se forse non ha fatto un piccolo ragionamento: che ha iniziato a fare l’allenatore “ieri” e che prima di tutto starà a lui dimostrare di poter concretizzare il progetto Eurogenoa nel giro di una o massimo tre stagioni e quindi meritare un godereccio rinnovo e proprio nel momento prima di firmare, concordare entrate e uscite dei giocatori.
Ma attenzione.
Entro certi limiti.
Perché sul nostro pianeta si contano sulle dita delle mani gli allenatori che ti danno nomi e cognomi nella lista della spesa, altrimenti non firmano.
Tipo Conte per intenderci.
Quindi?
Salvezza matematica a testa alta, belle prestazioni, pubblico che si diverte, qualche esperimento in campo… e poi ci sediamo tutti al tavolo a carte scoperte.
Quindi a Verona, tutti con la testa sulle spalle e una mano sulla coscienza.
Concludo, ora si con vena polemica: perché vi da fastidio che a volte in campo scenda “praticamente la squadra dell’anno scorso”?
È normale che accada perché gli allenatori tendono a preferire i giocatori che meglio conoscono, non solo per capacità sul campo ma anche e soprattutto per quelle in testa e nel carattere.
E poi, diciamocelo, la squadra dello scorso anno vi faceva schifo?
Bagnoli, con quelli l’ossatura della B di Scoglio ci ha portati ad una semifinale UEFA: Torrente, Caricola, Signorini, Eranio, Ruotolo e Onorati.
Per me Martinez Frendrup Albert e ci aggiungo il rientrante Vasquez sono assolutamente all’altezza.
Come i veterani Badelj (secondo con la Croazia ai mondiali 2018) e Strootman (uno dei centrocampisti più forti visti a Genova).
Così sia
#Penn
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