Tra bilanci e realtà oggettiva

Mentre sono in attesa di entrare in possesso di una copia del fascicolo di bilancio del Genoa al 31/12/2018 e soddisfare la sete di sapere che attanaglia me e quelli come me, per capire come stanno funzionando le cose, scrivo questo articolo per fare un doveroso preambolo. Durante la gestione Preziosi il giocattolo si è rotto ben tre volte dal punto di vista economico.

1) Estate 2005: retrocessione a tavolino in serie C mentre si stava allestendo una gran squadra per la serie A con conseguente polverizzazione istantanea di piani di bilancio e progetti per aver commesso un illecito sportivo ed una frode in tema penale

2) Estate 2010: si evince da svariate dichiarazioni del Presidente (che quindi fece il cosiddetto passo più lungo della gamba) che si mosse in maniera maldestra al calciomercato e come se non bastasse aumentò in maniera preoccupante il monte ingaggi portando la società a soffrire di costi di gestione insostenibili in un momento di recessione globale

3) Estate 2015: vengono fuori gli scheletri dagli armadi e si scoperchia il vaso di Pandora. Ora tutti sanno che il Genoa è pieno di debiti e non otterrà la licenza UEFA. Preziosi dichiara testualmente il 13/7/2015 a Calcioefinanza: “Lo scorso 24 aprile il Genoa ha approvato un piano economico finanziario che prevede la realizzazione di ulteriori plusvalenze  e un progressivo ridimensionamento dei costi di gestione”. Inizia l’interminabile e compulsiva caccia alle plusvalenze per sistemare i guai. L’alternativa è metterceli di tasca ma la dirigenza opta per l’autofinanziamento da player-trading

Detto questo, fredda ed incontestabile cronaca dei fatti, ci si legge a bilancio esaminato.

#Penn

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