Non smette di placarsi la polemica sugli arbitri nel Lazio. Giustamente gli arbitri dicono che senza di loro non si possa giocare. Verissimo, ed ogni episodio di violenza vada censurato. Assolutamente, sempre e comunque.
C’è da dire una cosa però. Troppo spesso, ancora oggi, noto negli arbitri, dalla A ai tornei amatoriali, un atteggiamento supponente, come a dire “qui comando io..” che non va bene. E purtroppo poi succede che ci sia quello a cui parte la valvola.
Vi racconto un episodio che ha circa 20 anni ai limiti dell’assurdo.
Avevo 17 anni, campo di Cornigliano, e giocavo (per modo di dire, non farò neanche un minuto quell’anno, grazie Mister) in prima categoria. Noi sul fondo della classifica affrontiamo la prima. Sulla carta non c’è partita.
Invece giochiamo bene e mettiamo in difficoltà gli avversari, ma l’arbitro ci blocca ogni ripartenza, zittendo ogni minima protesta.
Ad un certo punto a metà primo tempo, la palla esce in fallo laterale per noi, ma l’arbitro fa proseguire, l’allenatore protesta ed a gioco fermo viene espulso dall’arbitro. Passano pochi minuti e per un altro fallo non fischiato a nostro favore, il secondo si fa sentire col direttore di gara, espulso anche lui.
Mancano pochi minuti alla fine e meritatamente passiamo in vantaggio. Un mio compagno dalla panchina entra in campo per festeggiare. Espulso dall’arbitro.
Finisce il primo tempo 0-1 con già 3 espulsi senza motivo, per fortuna nessuno in campo.
Nella ripresa raddoppiamo quasi subito, ma qui ricomincia lo show dell’arbitro. Prima per un fallo da giallo caccia immediatamente uno dei nostri, poi su una punizione dal limite un avversario in barriera blocca palesemente col braccio in area, sarebbe rigore. Nulla e rosso diretto per la protesta di un compagno, infine su un contropiede fischia un fuorigioco inesistente dove uno dei nostri lo manda platealmente a quel paese (forse l’unico rosso giusto), finendo anche lui negli spogliatoi anzitempo.
Quindi in 11 contro 8 i padroni di casa arriveranno facilmente a ribaltare lo 0-2 sul 3-2 (nel finale doppio giallo per un avversario che determinerà quindi le squadre in 10 contro 8).
E sul finire, all’ennesimo fischio contro senza senso, il nostro guardalinee (fino alla prima categoria gli assistenti sono sempre stati un dirigente per squadra) per protesta lascia il campo abbandonando la bandierina sul terreno di gioco.
La partita finisce così 3-2 con una squadra inferocita con un arbitro (il Sig. Schiappoli di Genova) che ha dovuto chiamare i carabinieri per poter tornare a casa. Per fortuna nessun episodio di violenza, solo tanta “cagnara” e nulla più, ma ancora oggi mi chiedo cosa fosse girato per la testa di questo signore.
P.S. La partità sarà ripetuta, perchè per concludere in bellezza il Sig. Arbitro non aveva pensato a sostituire il guardalinee andatosene, con un’altra persona della nostra panchina. Da qui l’errore tecnico e la ripetizione (ma non ricordo neanche il risultato).
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