Il crollo del calcio italiano: gli sponsor.

Il crollo del calcio italiano è sotto gli occhi di tutti da alcuni anni, sotto il profilo tecnico ma anche quello economico.

Un elemento evidente di questo declino è dato dal cambiamento, in negativo, dell’utilizzo dello sponsor di maglia.

Negli anni 90 ogni squadra possedeva uno sponsor sulla maglia di gioco, con quelle big che avevano delle aziende importanti sul petto (Barilla per la Roma, Voiello o Buitoni per il Napoli, Banca di Roma per la Lazio, Mediolanum, Motta, Opel per il Milan, Upim, Danone per la Juve, Fiorucci per l’Inter).

Ed oggi?

Numerose squadre di Serie A hanno iniziato il campionato senza sponsor, altre lo hanno trovato cammin facendo, alcune (anche il Genoa) negli anni passati con lo sponsor di maglia per solo alcune partite.

Ma la novitá degli ultimi anni è il secondo sponsor (sotto lo sponsor tecnico) ed il terzo sponsor (dietro, sotto il numero), che evidentemente hanno un costo molto più esiguo.

Si è arrivati al punto che con la mancanza di soldi che c’è in Italia ogni opportunitá è da cogliere al volo.

E per quel che riguarda lo sponsor principale come detto il Milan è l’unica che da anni ha sul petto una delle più prestigiose compagnie aeree del mondo, Emirates. Juve e Inter hanno sponsor che si sviluppano “in casa”: Jeep per la signora è branca del marchio Fiat, Pirelli da anni ormai accompagna la beneamata che tramite Moratti e Tronchetti Provera ha sempre avuto buoni rapporti con il club nerazzurro.

La Roma è senza da anni, la Lazio si è riaffidata a Seleco marchio storico produttore di tv che sta rinascendo, Napoli ha Lete un’acqua minerale famosa al Sud ma sconosciuta al Nord, la Fiorentina il Folletto aspirapolvere, e così via ma nessuno ha marchi internazionalmente riconosciuti. Anche il Geboa per il secondo anno si è affidato ad Eviva, una delle tante societá di fornitura gas ed elettricitá nate dopo la liberalizzazione del mercato.

E il Genoa? Dagli anni 90 in poi ci sono stati diversi sponsor prestigiosi, dalle assicurazioni Levante, passando per la Saiwa, Giocheria fino alla notissima Kenwood. Forse il meno noto era la Mita, azienda produttrice di fotocopiatrici nel mitico anno dell’Europa.

Nei nostri giorni più attuali dopo il ritorno in Serie A lo sponsor è stato preso da Eurobet, Gaudì, Iziplay, tutti marchi poco o tanto conosciuti solo in Italia.

Il denaro che arriva dagli emirati o dall’Asia ad oggi attira alla grande il mercato inglese con un giro di soldi spaventoso che in Italia oggi nemmeno ci immaginiamo.

Ma c’è un’eccezione: Rakuten, azienda giapponese di commercio online di prodotti elettronici, da quest’anno sponsorizza il Barcellona. Per quale cifra? 60 milioni di euro l’anno.

Fantascienza totale per noi italiani.

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