Ieri sera a San Siro è andata in scena la prima puntata di Dollarumma 2.0, la fiction con protagonista Gigio “Dollarumma”, il suo procuratore Mino “il calcio è in mano mia” Raiola, e la società made in China AC MILAN.
Dopo le vicende di quest’estate, dove il buon Gigione ha fatto di tutto (grazie all’avido Raiola) per andare via dal Milan, è riuscito a strappare un contrattone da 6 milioni di euro all’anno netti, l’ingaggio del fratello Antonio come suo secondo (ex Grifo, un super-mediocre) e per buon peso ha pensato bene di saltare l’esame di maturità per volare ad Ibiza.
In questi ultimi giorni è esploso di nuovo il caso Dollarumma 2.0. Il ragazzo (tramite il solito Raiola) denuncia di aver subito una “violenza morale” nel firmare il contratto lo scorso giugno, perchè il ragazzo non era sereno al momento della firma.
Ieri sera i tifosi del Milan si sono esposti (giustamente) con un lungo striscione che recitava:
“Violenza morale 6 milioni all’anno e l’ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene la pazienza è finita.”
Preciso, semplice, diretto e puntuale.
La società Milan, tramite Mirabelli, ha fatto la voce grossa con Raiola (il quale si appellerebbe dunque alla violenza morale che costituisce un vizio del consenso ai sensi dell’articolo 1435 del codice civile e può anche determinare l’annullabilità di un accordo firmato), reo di voler destabilizzare l’ambiente ed il giocatore, manipolandolo.
Notizia dei giorni scorsi è, però, il rifiuto dell’UEFA nell’accordare la conciliazione sul mercato estivo del Milan. In pratica l’UEFA non è d’accordo sulla mole di soldi spesa dal Milan per rimanere nel fair play finanziario, e non pare siano d’accordo sul piano di rientro proposto dai dirigenti rossoneri.
Quindi la domanda sorge spontanea: e se tutta sta sceneggiata fosse architettata dai tre attori principali?
Dollarumma verrebbe ceduto a gennaio o giugno (pare che il PSG sia molto interessato) facendo guadagnare uno stipendio maggiore al portiere, una commissione alta al procuratore e una bella cifra alla società Milan (si parla di non meno di 35-40 milioni) facendo tutti contenti.
Chi ci rimetterebbe invece? I tifosi, come al solito. Gli unici a pagare sempre sulla propria pelle l’amore verso i propri colori, subendo i capricci e le leggi di business di questo calcio sempre più malato.
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