Il big-match di ieri sera al San Paolo ha incoronato “Man of the Match” quell’Insigne che tal Ventura proprio non ha capito (tra le tante cose che non ha capito nella disastrosa debacle azzurra).
Ieri sera il Milan ha schierato per capitan Bonucci la difesa a 3, suicidio di Montella che nella 5 di centrocampo ha piazzato Borini a farsi tutta la fascia: leggasi crossare dal fondo per Kalinic e contenere Insigne in fase difensiva, dove nell’idea di gioco l’ex romanista avrebbe dovuto fare l’Abate nella difesa che diventava a 4. Montolivo in grande spolvero, il solito Kessie e un Locatelli arrembante hanno ben soffocato in mezzo tutte le trame di gioco. Il risultato è stato certamente un centrocampo ben rimpolpato, ma ne sono conseguite alcune crisi asmatiche per il povero Borini che non è mai riuscito a fare bene nessuna delle due fasi ed un Insigne straripante, ai limiti del legale. Se poi ci mettiamo l’infortunio all’imprendibile Suso… Beh, la sconfitta è stata fisiologica. Anche perché nella difesa partenopea Koulibaly ha giganteggiato tra uno smarrito Kalinic e un volenteroso Silva.
Se Ventura ha visto la partita, ha sicuramente versato qualche lacrima (di coccodrillo), perché forse, almeno col senno di poi, avrà capito che impostare la gara più delicata, contro i pennelloni svedesi, a fare cross dal fondo per Gabbiadini, è stata la “belinata” tattica per lo meno di tutto il 2017.
Con buona pace per quel che sarà di Russia2018, godiamoci questo Insigne per la Nazionale che verrà e complimenti al Napoli.
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