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La Premier League, la cara e vecchia Inghilterra che ci regala ogni anno lo spettacolo e la passione per il gioco del Football.
Analizzare e discutere di Premier League è una cosa che fanno in tanti, in troppi, perchè un’altra “voce” nell’immenso mare del campionato inglese per gli sportivi italiani ?
E allora proviamo a fare qualcosa di *diverso*, di “alternativo” al solito pezzo sulla Premier.

Iniziamo a parlare di England Football…dal basso.

Iniziamo a vedere il campionato…al contrario, iniziando da chi sta lottando per un posto al sole.

Per iniziare niente di meglio che parlare del Crystal Palace. Ad inizio stagione gli aquilotti del Selhurst Park furono affidati a R. De Boer, reduce dall’esperienza fallimentare all’Inter e si pensava che l’aria nuova di Croydon potesse fare bene all’olandese. Purtroppo l’inizio disastroso dei rossoblù ha fatto ragionare il presidente Steve Parish che ha dato il benservito al manager per chiamare l’ “usato sicurissimo” Roy Hogdson che però lo stesso non è riuscito a resuscitare una squadra che dopo 7 giornate è ancora ancorata all’ultimo posto con 0 punti, 0 gol fatti e ben 17 subiti. Se si aggiunge a tutto questo l’infortunio dell’acquisto più importante dell’anno, Christian Benteke, si può ben raffigurare un futuro molto cupo per la squadra londinese.
Un terzetto di squadre si sta disimpegnando in un modo poco onorevole tra il 17° ed il 19° posto. Tra queste gli ex campioni d’Inghilterra del Leicester che continuano a non ingranare nella prima parte di un campionato, dopo aver vinto brillantemente il titolo nel 2015-2016 con Ranieri. Alla guida delle Blue Foxes c’è ancora Craig Shakespeare che sostituì proprio Ranieri ed in attacco Vardy è stavolta affiancato da Kelechi Iheanacho neo acquisto dal Manchester City che ancora non ha ingranato perfettamente nel meccanismo del 4-4-2 velocissimo della squadra delle Midlands Orientali inglesi.
I cigni neri dello Swansea e le “cherries” del Bournemouth, affiancano il Leicester in queste posizioni meno nobili della classifica.
Ma il discorso delle due squadre è antitetico l’uno dall’altra.
Lo Swansea deve provare a riscattare il campionato molto buio della scorsa stagione avendo perso il giocatore più rappresentativo che aveva, Llorente, sostituendolo con Bony, preso dal Manchester City proprio allo scadere del calciomercato estivo. La peculiarità negativa di questo inizio di stagione è il fatto che la squadra di Paul Clement non è riuscita ancora ad espugnare il Liberty Stadium, il proprio, perdendo sempre e riuscendo a fare punti solo in trasferta dove è riuscita anche nell’impresa di bloccare il Tottenham sullo 0-0. L’ultima sconfitta contro il West Ham ha perso invertito questa tendenza ed alla ripresa ci sarà la possibilità di fare i primi 3 punti in casa contro il neo pormosso Huddersfield.
Le cherries rossonere del Bournemouth hanno forse il miglior manager fra le squadre medio piccole, quell’Eddie Howe riuscito nell’impresa di portare la piccola squadra del Dorset in Premier League nel 2015 e mantenercelo per il 3° anno consecutivo. Purtroppo per lui però l’inizio è stato alquanto devastante, con 5 sconfitte nelle prime 7 giornate e con l’unico acuto contro il Brighton nella 5° giornata per poi impattare con il Leicester nella 7°. Non sarà facile per Eddie Howe quest’anno riuscire nell’impresa già riuscita ma la freccia all’arco delle cherries può essere proprio quel Defoe, grande protagonista della meravigliosa storia di amicizia col piccolo Bradley Lowery e che l’anno scorso non riuscì a regalare la salvezza al Sunderland (proprio la squadra del piccolo). La sua voglia di rivincita e di riscatto potrà essere un’arma non indifferente nella lotta per non retrocedere.
Salendo un gradino più su si trova un altro terzetto.
Ma mentre per il Brighton & Hove, aver racimolato 7 punti in 7 giornate nella sua prima apparizione di sempre in Premier League e con la prospettiva di un campionato di sofferenza ma con la consapevolezza di potersela giocare con tutti, grazie anche ad una rosa “da combattimento” puro come dimostrano le già 3 giornate inflitte a Hemed per *condotta violenta* nella vittoria sul Newcastle nella 6° giornata, per le altre due compagini che affiancano i “gabbiani” dell’East Sussex, la posizione in classifica suona come una bocciatura totale in questo inizio di stagione.
Parliamo di West Ham ed Everton.
Gli hammers, reduci da una stagione molto mediocre terminata al 13° posto ma che li ha visti nelle ultime posizioni per gran parte della stagione, erano chiamati a riscattarsi almeno in quest’inizio di stagione. La storia del nuovo stadio non poteva ancora reggere (è vero che il Boleyn Ground era complice di un’atmosfera che avvolgeva e che attanagliava gli avversari ma dopo una stagione bisogna pur andare avanti) e si chiedeva a Bilic di mettere in campo una squadra che avesse ancora una volta la fame necessaria ad aggredire gli avversari e conquistare vittorie importanti soprattutto per il morale. Gli acquisti di Arnautovic, “Chicharito” Hernandez, Joe Hart e Zabaleta potevano essere un buon viatico ma anche stavolta l’inizio di stagione ha tradito gli uomini di Bilic e tutti i tifosi claret & blue. 3 sconfitte nelle prime 3 giornate (quella clamorosa al 90′ con rigore contro il S’oton) e poi la sconfitta in casa nel derby contro il Tottenham hanno gettato molte ombre su Bilic a cui non potrebbe servire la vittoria con lo Swansea se dovesse fallire anche le prossime partite.
Identico discorso vale per l’Everton, a questo momento la più grande delusione della stagione. Acquisti milionari, Ronald Koeman alla sua seconda stagione ma la stagione del Toffees è quantomeno tragicomica.
La cessione di Lukaku era stata ampiamente preventivata ma perdere il miglior giocatore della Premier (e probabilmente a fine stagione sarà il miglior bomber del Mondo) non giustifica il fatto che la squadra di Liverpool abbia deluso da ogni punto di vista. Il ritorno di Rooney ? Il “figliol prodigo” ha inciso nella prima giornata col gol vittoria, poi è sparito come del resto tutta la squadra, inabissandosi nella mediocrità del gioco espressa da Koeman e dai suoi uomini in campo. Le voci di un esonero sono fortissime in quel di Liverpool e la sconfitta casalinga col Burnley ha acuito queste voci che potrebbero essere conclamate se l’Everton perdesse anche la prossima col Brighton.

Via via scorrendo la classifica verso l’alto troviamo tutte squadre che lotteranno fino alla fine per un posto a metà classifica e cercheranno di evitare la zona calda.
Stoke, Southampton, West Bromwich e il sorprendente Huddersfield formano il cuore centrale della classifica inglese. Tra queste le squadre che avranno la possibilità di potersi dimostrare la sorpresa del campionato sono proprio lo Stoke di Mark Hughes e il WBA di Tony Pulis. Lo Stoke ha avuto il merito di battere l’Arsenal e di fermare lo UTD in casa propria, risultati che hanno contribuito a creare morale, nonostante il Chelsea abbia provato a minare tale morale con una vittoria altisonante al Bet365, la casa dei “Potters”.
Il WBA è stata la vera sorpresa dell’inizio torneo con i suoi 7 punti in 3 giornate, prima di venire fermato dal Brighton. Un momento di calo nelle successive quattro giornate non dovrebbero però spaventare una squadra che può annoverare un’ottima mediana con Grzegorz Krychowiak, Livermore, Yacob e Barry oltre che un attacco con il nazionale gallese Hal Robson-Kanu, il venezuelano Rondon e Jay Rodriguez.

Salendo ancora arriviamo appena al di sotto delle prime cinque posizioni di classifica con le vere sorprese di inizio stagione.
Burnley, Watford e Newcastle a cui si aggiunge il finora poco appariscente Liverpool di Klopp.
Sean Dyche è riuscito nell’impresa di portare per ben due volte in 3 anni il Burnley in Premier. Ma, mentre nella stagione 2014-2015, la retrocessione fu dovuta ad un campionato costellato solo di socnfitte (ben 19), questa sua seconda avventura da manager del club del Lancashire è iniziata nel migliore dei modi e la vittoria (senza molti patemi a dir il vero) in casa dell’Everton, nell’ultima partita prima della sosta, ha confermato quanto di buono si è visto finora.
Gli “uomini inglesi” di Pozzo, quest’anno, potranno contare su una rosa davvero molto importante. Daryl Janmaat, Miguel Britos, Miguel Britos, Tom Cleverley, Nathaniel Chalobah, Étienne Capoue, Orestīs Karnezīs, Roberto Pereyra e l’italiano Okaka non sono nomi di comprimari e gli “Hornets” lo hanno ampiamente dimostrato con prestazioni impoortanti fin dalla prima giornata in cui hanno fermato il Liverpool sul 3-3 per arrivare alla vittoria in trasferta sul S’oton, passando per la debacle casalinga contro il Manchester City (0-6) ma riprendendosi alla grande con la vittoria esterna contro lo Swansea. C’è da dire che la più grande novità, che ha rimesso in piedi una squadra che si era letteralmente persa l’anno scorso è stato l’esonero di Mazzarri, il quale aveva avuto un impatto devastante sulla comunità della contea dell’Hertfordshire ad est di Londra. Allontanato il tecnico toscano, molto mal visto da tutta la tifoseria, tanto che fu anche inscenata una clamorosa protesta anti-Mazzarri allo stadio nell’ultima stagione, la dirigenza dei Pozzo ha optato per Marco Silva, considerato l’erede naturale di Mourinho.
E chiudiamo questo piccolo excursus con il più “italiano” fra i tecnici stranieri della Premier League, il buon Rafa Benitez.
Amato letteralmente dalla tifoseria dei Magpies, fu chiamato al capezzale dei bianconeri nella stagione della retrocessione in Football League Championship nel 2015-2016. Si pensava che la dirigenza potesse cambiare manager per tentare il riscatto ed il ritorno in massima serie, anche forte della clausola di riconferma in caso di salvezza che non arrivò ma proprio la tifoseria si strinse intorno all’allenatore chiedendone la riconferma.
Mossa super azzeccata perchè rimontando proprio il Brighton & Hove, il Newcastle è tornato in Premier League in un solo anno e per Benitez è iniziata la sua vera nuova avventura con la società di St James Park.
E sembra proprio che la fiducia nelle capacità dello spagnolo, siano state ripagate in questo inizio di torneo.
Acquisti poco appariscenti ma utili alla causa come quelli di Shelvey, di Mitrovic, Gayle, Ritchie e Perez, hanno contribuito a rendere omogenea una rosa che servirà per non rimanere un’altra volta invischiati nella lotta per non retrocedere ma magari cercare di ottenere qualcosa di più come ad esempio un piazzamento nelle parti alte della classifica. Per i Magpies la svolta arriva dalla 3° giornata alla 5° con 3 vittorie consecutive che hanno catapultato gli uomini di Benitez nelle prime posizioni di classifica ed il pareggio col Liverpool prima della sosta ha confermato questo trend.

Il campionato è agli albori e mentre nelle prime posizioni le solite due di Manchester e le squadre di Londra (Arsenal, Chelsea, Tottenham) si combattono i primi quattro posti, nelle altre parti d’Inghilterra si lotta per emergere ed ottenere un posto in classifica tale che possa portare ottimi compensi a fine stagione e quindi nuove risorse per poter ambire ai posti d’onore. Come sempre ci saranno delusioni e sorprese ma di sicuro una cosa è certa, la Premier Legue non potrà mai deludere chi la ama.

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