Il Modena del patron Caliendo non sta attraversando un momento roseo, nè dal punto sportivo (0 punti nel campionato di C) nè da quello economico.
Notizia di poco fa è che è diventato esecutiva la notifica di sfratto dallo stadio Braglia, la casa dei canarini.
Il problema non è da poco, tenuto conto che oltre allo stadio ci sono annessi gli uffici, i magazzini, le palestre e il campo di allenamento.
Caliendo ha tempo una settimana per saldare il debito delle tre rate di mutuo che deve versare, insieme ad interessi ed oneri di mora, per un totale di circa 625 mila euro.
Il Braglia di Modena è uno stadio a suo modo importante anche per noi Genoani. E’ lo stadio dove ci fu la trasferta-suicida all’ultima di campionato di B 1987/88. Chi perdeva retrocedeva in Serie C. Ed è la partita della trasferta di massa con quello striscione srotolato lungo tutta la curva che ancora oggi riempe il nostro cuore: “Solo chi soffre impara ad amare. Noi soffriamo, ti amiamo e con te torneremo grandi”.
Finì 1-3 con le reti di Di Carlo su rigore, pareggio momento di un giovanissimo futuro rossoblù Masolini, sempre su rigore, per tornare avanti con Scanziani di testa e chiudere con una cavalcata in solitario di Briaschi sotto la curva dei tifosi rossoblù. Anche il sindaco dell’epoca Campart si era presentato a Modena per sostenere la squadra in un momento così difficile.
Genoa salvo, e proprio da quel punto così basso cominciò la splendida cavalcata dell’anno successivo col Prof. Scoglio, nella stagione 1988/89 con la promozione in Serie A.
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