Zdenek Zeman, attuale allenatore del Pescara, ha rilasciato una intervista in esclusiva a Il Corriere della Sera.
Il tecnico boemo è tornato a parlare di doping, Luciano Moggi e degli scudetti revocati della Juve.
Le sue parole: “Dicono che faccio correre troppo nella preparazione, è assurdo. La partita dura 90 minuti, un giocatore ha la palla per appena 3. Negli gli altri 87 che fa? Me lo devono dire gli altri.
Fino a cinque anni fa dicevano che ero vent’anni avanti a tutti, me ne restano ancora 15 prima che mi raggiungano…”
Gli viene domandato se le sue denunce su doping e Juventus lo hanno penalizzato, lui ribatte: “Il sistema era sbagliato e lo ho detto. Anche chi la pensava come me si è schierato con il sistema. Sono stato penalizzato sicuro, ma non mi pento. Avevo offerte da Real e Barcellona, ho deciso di fare altro. France Football mi ha messo tra i 30 allenatori più importanti nella storia del calcio.
Ho visto che Luciano Moggi ora lavora in Albania, ma anche in Italia nonostante la squalifica ha a disposizione radio, giornali e televisioni. Non capisco chi lo cerca. Pensano risolva i problemi, ma per me ha fatto fallire tanti club”.
Sugli scudetti revocati esposti dalla Juve allo Stadium: “Sarebbe normale intervenire, non giocare lì. Io sono uno che cerca di rispettare le regole e le decisioni degli altri, anche io sono stato squalificato per tre mesi, ho accettato.
Bonucci? E’ successo qualcosa nello spogliatoio bianconero. Di gente che bacia la maglia ne vedo tanta, ma tranne Totti è tutto teatro. Ha fatto bene a smettere? Non ha scelto lui, lo hanno fatto smettere, è diverso. Altri hanno deciso che non doveva giocare più, purtroppo. Roma? L’ambiente è stupendo. Lo ha detto pure Spalletti all’inizio, poi si è smentito. Manca la società, il presidente non c’è.
Roma, Milan e Inter con presidenti assenti? Avranno problemi tutti. La rosa dell’Inter l’anno scorso non era da settimo posto; non si capisce chi decide, il magazziniere o chi?”.
Fonte fantagazzetta.com
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